movimentazione / il dibattito

venerdì 20 giugno 2008

Non mi tiro indietro

di Antonio Casolaro

Non vedo incompatibilità, leggendo l'art.15 dello Statuto di "movimentazione", con l'associazione “sinistra critica” alla quale, pur non essendo iscritto, aderisco, partecipando alle iniziative.

Non è il caso di scambiarci icastici apprezzamenti, dal momento che ci conosciamo da una vita. Per me è stato più semplice allontanarsi da RC e forse proprio per questo, dopo le banalità, per esser buono, di Patrizia Sentinelli dell'agosto/settembre 2004, me ne andai. Certamente non avrei sostenuto il Governatore della Campania, le sue scelte, i suoi programmi. Non avrei condiviso quindi le sue responsabilità per tutto questo tempo. Sarà difficile sfilarsi dalla giunta ad un anno dalla scadenza naturale e far passare la decisione, da una parte come critica al programma e dall'altro, rispetto al tempo, come conclusione del responsabile atteggiamento politico dello "sporcarsi le mani" per i bisogni dei ceti proletari. Non capisco in ordine a ciò la scelta di qualcuno, che per tutti questi anni si è battuto contro il Governatore, accusando anche in modo diretto e chiaro la ex segreteria del Partito ed oggi per esempio la blandisce e l'assolve, schierandosi col governatore della Puglia. Non capisco ancora il capogruppo alla Regione che ha fatto da pompiere per tutto questo periodo ed oggi sottoscrive la prima mozione. Non ho mai capito ancora gli "innamoramenti" di carissimi compagni che hanno perduto tempo, passione, intelligenza e delle volte anche la faccia sostenendo "giovani leoni" dal futuro illuminato "si diceva", tradottosi al tirar delle somme in scelte vecchie e di restaurazione. Sono inspiegabili tutti questi atteggiamenti, queste scelte: essi non fanno altro che aumentare la confusione. Si profila insomma un altro brutto risultato anche questo annunciato, in continuità con quelli del 13 e 14 aprile (in Campania secondo un recente studio di Svimez sette distretti operai su dodici hanno votato per il Pdl) e con quelli di lunedì scorso in Sicilia. Naturalmente mi auguro sempre che accada l'inverso (non gioisco insomma quando la sinistra perde, dal momento che gli effetti del disastro colpiscono tutti, ma proprio tutti, anche il caro Silvio Serino, se fosse ancora in vita).
Oramai penso che ci sia una sorta di furore contro la sinistra. L'elettorato, ma anche il ceto consapevole, ha abbandonato la sinistra per tutto quello che ha fatto a favore dei poteri forti (governo Prodi, sindacato etc) e per tutto quello che non ha fatto per quelli deboli (prezzi, pensioni, sanità, case, rifiuti, sicurezza intesa come lotta alle mafie). L'abbandono si è tradotto e si tradurrà forse nell'astensione generalizzata come dire: fate quello che volete. Anche la stanchezza del voto incide e ciò è storicamente comprovato. L'apatia come risposta, il disinteresse come rifugio ultimo, non disdegnando dalla nirvana della droga (la cocaina nelle fabbriche come ci ha raccontato a Maggio Loris Campetti sul Manifesto). D'altra parte come aderire al sostegno di giunte come quelle del comune e della provincia di Caserta, dove fatta salva la riconosciuta attività di appassionati e competenti compagni, il resto è deserto o meglio si perde nei disastri del sindaco e soci (valga fra tutti l'amorale assessore all'ambiente) e nelle "alchimie" del presidente della provincia.
Senza parlare del "ceto" degli eletti di Rc: con buona pace di qualche mosca bianca il resto è orrendo.
Certo la distruzione della classe o del riconoscimento in essa è avvenuta ed il vecchio proletariato è per buona parte solo una categoria sociologica. Significherà qualcosa che una buona percentuale dei giovani di oggi vede nella polizia, nei carabinieri, nella guardia di finanza, nell'esercito professionale non solo lo sbocco della sistemazione, come diceva Di Vittorio negli anni '50 (dentro la divisa c'è il figlio di un bracciante !), ma anche la realizzazione di una propria convinzione? Significherà qualcosa che i vecchi mestieri apparentemente solo manuali, ma di grande interesse economico, penso a quelli cd artigiani di buon livello professionale, non trovano più appeal tra i giovani che si rifugiano in inutili discipline peraltro anche malamente insegnate - sociologia, psicologia, scienze delle informazioni, pedagogia etc., etc - con una scuola sempre più collassata e di basso spessore scientifico ? Ritengo proprio di si. Perché la Regione Campania ha continuato ad erogare fondi per la formazione senza intervenire per esempio tra gli artigiani sostenendo il salario degli apprendisti ? Quando si diceva citando Gramsci abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza significava studiate. Oggi non disdegnerei di lanciare una nuova parole d'ordine ai giovani comunisti: a scuola in quanto comunisti dovete fare il possibile per eccellere, segno cioè di una nuova passione, di un nuovo impegno, dell'umanesimo del comunismo, introducendo pure premi ai migliori.
Questa è la realtà, naturalmente non assoluta, ed è la conseguenza della scomparsa dei "naturali" riferimenti, intesi come strumenti del cambiamento dello stato presente delle cose. Il comunismo è diventato, per chi lo ricorda, una chimera, per altri e sono tanti è una parola alcune volte anche
senza significato, senza speranza, avulsa cioè dalla verità liberatrice in essa racchiusa e che produce.
Le disavventure del 13 e 14 aprile hanno sancito la fine di un'epoca. Certo l'ex presidente della camera ed i suoi discepoli hanno le loro responsabilità e sono tante. Il problema da affrontare era forse molto, ma molto più grande di quanto da essi previsto. Le soluzioni sono state Venezia
dicembre 2003, il congresso, poi il governo Prodi, l'arcobaleno e la fine.
Come uscirne ? Ricominciando daccapo, sperando pure che la crisi permanente del capitale acceleri il recupero e la riattualizzazione del comunismo. Altro allora che "regime leggero" o "democrazia afascista" come dice nel documento del 12 giugno l'ex Presidente della camera. Non appartengo o comunque tento di non appartenere alla schiera di coloro che lapidano l'ex presidente, tuttavia ritengo che una buona dose di opportunismo o forse di leaderismo abbia sorretto le sue scelte e la sua vita (non ha mai lavorato !!!).

Rispetto all'autoritarismo qualcuno dovrebbe ricordare che già da anni durante gli incontri di “gramigna” o di “officina” la diminuzione degli spazi di democrazia borghese la legammo all'avvitarsi della crisi, che capimmo potesse avanzare nella fase della totalizzazione del rapporto di capitale e nel suo tradursi in capitalismo finanziario e quindi in processi di nuovo fascismo in nuce. La complessità della società del XXI secolo non consente di sopportare "il colpo di stato"; il fascismo moderno è quello che progressivamente riduce spazi di libertà, di copertura sociale, che aderisce a nuovi avventurismi imperialisti e quindi guerre locali, adesioni ad attività di gendarmeria in altri paesi, nuovo razzismo, piccole patrie.
C'è anche che il capitalismo ha vinto, che il XX secolo sul piano della liberazione dal bisogno, dal lavoro salariato, dall'alienazione è stato un accumulo di rovine e di tragedie, per cui tutto va ri/costruito e ri/fondato.
Non si tratta di mettere in croce nessuno, ma forse di distruggere la croce.

Mi chiedete di far parte dell'associazione. Voi sapete che rifuggo dall'apparire.
Il proscenio non è mai stato il mio forte, al massimo ho fatto parte dell'ultima fila del coro e quelle volte che "ho dovuto" farne parte l'ho fatto con molto disagio, nascosto dietro qualche colonna, pronto ad andarmene ogni qualvolta la burocrazia prendeva il sopravvento. Comunque, ricordando “officina” e “gramigna” non mi tiro indietro.

ac

1 commento:

Anonimo ha detto...

Spero che questo mio intervento sull’articolata relazione di Antonio Casolaro sia considerato ad adiuvandum dell’importante tema trattato.
Premesso che Karl Marx mi ( ci ? ) ha insegnato, cosa che con gli studi ho potuto verificare che : “ il paese più sviluppato mostra al paese più arretrato l’immagine del suo divenire” e che
fino a poco tempo fa la differenza in termini di debito tra gli Stati Uniti e l’Italia era che ad un elevato debito pubblico italiano corrispondeva, non un elevato debito pubblico americano, ma un consistente e notevole debito privato, quello delle famiglie, ritengo opportuno fare il punto su quello che si sta verificando. Ma ritengo preliminarmente far notare che chi sta facendo giustizia negli Stati Uniti è come abbiamo letto l’FBI ( ! ) e che il figlio di Antonio Bassolino, il governatore della Campania – governatore che resta attualmente ben saldo al suo posto sia con il sostegno del Prc che con l’appoggio di Berlusconi - , è il massimo dirigente dell’Ubs per l’Italia nel settore delle operazioni di finanza creativa con gli Enti Pubblici Italiani Nazionali e Locali – : derivati e swap, utili e profittevoli a livello quasi di usura solo per le banche finanziatrici.
Ma veniamo al punto che per l’analisi economico finanziaria mi preme sottolineare.
Per circa venti anni i fondi di private equity ha costituito un nuovo grande potere deciso ad acquistare aziende delle più scariate dimensioni, ma essenzialmente erano tutti tesi a condizionare settori industriali, paesi , economie. Ma con la crisi dei prestiti subprime il trend si è modificato.
Infatti a causa della forte esposizione in mutui subprime con le relative cartolarizzazioni , molte banche hanno posto più attenzione al loro portafoglio impieghi ed investimenti e si sono rese conto che nel private equity ( = prestiti a chi comprava aziende sia con denaro proprio ma in gran parte con denaro preso a prestito ) c’era stata troppa superficialità e hanno fatto crollare il numero di queste operazioni . E così coloro che erano destinati a diventare i padroni del mondo si sono, per ora, fermati nel procedere ad operazioni aggressive per riposizionarsi su altre più prudenti anche se non lucrose come le prime.
Ma tutti quei denari rimasti nelle casse dei fondi di private equity ?
Il private equity classico, quello dei grandi leveraged buy out ( operazioni di acquisizioni effettuate utlizzando con i debiti verso le banche che poi dovranno essere ripagati dai cash flows delle aziende acquistate ) è ormai rilevante rispetto al credit crunch che sta verificandosi in tutto il mondo : le banche non hanno più denaro.
Ma gli avvoltoi hanno individuato già una nuova strategia : la liquidità dei fondi private equity, forse sarà utilizzata per riempire i buchi nei bilanci delle banche attraverso la partecipazione alle cospicue ricapitalizzazioni che regolarmente si effettuano ( Ubs, Rbs, Citicorp, Barclays and so on ) e che finora hanno trovato nei fondi di proprietà degli Stati Esteri ( c.d. fondi sovrani ), oltre che in altre banche considerate più solide, il maggior investitore.
Una guerra per far intervenire dei fondi “amici” contro arabi, russi, cinesi ed indiani sui pacchetti azionari delle più importanti istituzioni finanziarie del mondo. E così il ruolo degli operatori in private equity, malgrado le gravi conseguenze, continua ad essere più importante : vanno a salvare le banche !
Mario Mastrostefano
dottore commercialista in Caserta