Emerge sempre con più chiarezza che la soluzione berlusconiana, era una squallida operazione elettoralistica.
La cordata degli imprenditori italiani si è dimostrata in termini di valore poca cosa, senza idee, limitata nella strategia, condivisa a condizione che il costo del lavoro per la CAI fosse notevolmente basso, in guisa da consentire al partner del settore – Airfrance o chi per esso – di far parte della operazione proprio perché allettata da stipendi minimi e dalla socializzazione delle perdite accollate ai contribuenti italiani, per poi affidargli la costruzione del disegno della competività industriale.
In questo quadro le responsabilità del sindacato si aggiungono agli errori della vertenza con Air France dei mesi scorsi.
Cgil-Cisl-Uil-Ugl non si sono ancora resi conto che la centralità della vertenza è il posto di lavoro innanzitutto e che il governo oggi più che mai deve essere coinvolto in solido. La via della trattativa stando a quello che è stato dichiarato dagli imprenditori, dal commissario Fantozzi e dai ministri è fallita. E’ tempo di chiamare alla lotta i lavoratori, che in questi giorni hanno ampiamente dimostrato di essere disponibili. Il sindacato deve far propria la vertenza e dichiarare lo sciopero generale per l’Alitalia.
Quasi trent’anni fa più o meno nelle stesse condizioni migliaia e migliaia di lavoratori furono sconfitti dalla Fiat. Anche allora il sindacato fu incapace di rispondere e tutta la crisi aziendale fu fatta pagare agli operai.
Antonio Casolaro
movimentazione / il dibattito
sabato 13 settembre 2008
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