Caserta, 20 settembre 2008
di Giuseppe Messina
Nuovo appalto, nuova ditta da circa due mesi, 175 operatori, circa il doppio di quello che servirebbero (tanto pagano i cittadini). La SABA non è certo la SACE, qui abbiamo un'azienda con consolidata esperienza nel settore sei servizi di igiene urbana, che gestisce diversi comuni anche grandi in Campania. Occorrerebbe andare a vedere (che ne pensa sig. assessore De Rosso?) per capire sul campo con chi si ha a che fare. Ma ad oggi la situazione sembra paradossale: una ditta terza gestisce l'area di Talamonti, il comune che gestisce direttamente il capannone dell'UCAR, la SABA che avrebbe dovuto inziare la raccolta differenziata ma a nessuno è dato sapere se e quando questo succederà. Nessun provvedimento (leggasi penale) nei confronti della ditta appaltatrice, nessuna isola ecologica e non è dato sapere se mai inizieranno i lavori perrealizzarle. Gli uffici ecologia hanno richiesto da mesi di rafforzare l'organico e di utilizzare almeno una squadra fatta di agenti della polizia municipale. Silenzio assoluto. Atti, nessuno, e così si spera nella buona volontà di qualche dipendente e nel senso civico dei casertani (sig!). L'Amministrazione comunale sembra più preoccupata della sua sopravvivenza che per i problemi della città (è un caos ovunque: dal traffico, alle manutenzioni, dai dipendenti ai servizi all'utenza). Nessuno ha la percezione che esista una politica del trasporto pubblico così come dei servizi sociali o culturali. Si naviga a vista e si tira a campare. Tanto i casertani sono di bocca buona e "chi se ne frega se la città va al macero l'importante è che il salotto di casa mia stia a posto". E' la filosofia del casertano e non solo. Filosofia che oggi racoglie i suoi frutti fatti di fallimenti istituzionali e amministrativi e di una società civile che non cresce. Basti pensare all'iniziativa della raccolta differenziata avviata nella parrocchia di Madonna di Lourdes e precipitosamente e incredibilmente archiviata con un atto (di arroganza? Cecità? Stupidità?) del responsabile che rasenta l'inverosimile anche nei confronti dei padri sacramentini che, forse unici fra i cattolici casertani (insieme a pochi altri, anche non cattolici) hanno creduto in questa esperienza. E così si va avanti, si fa per dire, in questa sonnacchiosa, indifferente e cinica città dove ognuno può fare quello che vuole, dai cavaioli, alla camorra alla massoneria. In perfetto clima berlusconiano, dove lo Stato non conta e non deve contare e dove l'impunità, l'arroganza e il cinismo regnano sovrani. Con buona pace per chi si è illuso che il paese fosse ad una svolta. Non lo è. E' stata innestata la retromarcia e Caserta sia alla Provincia sia al Comune si affrettano, con successo, ad emulare il capo di un governo di pupi.
Giuseppe Messina - Legambiente
di Giuseppe Messina
Nuovo appalto, nuova ditta da circa due mesi, 175 operatori, circa il doppio di quello che servirebbero (tanto pagano i cittadini). La SABA non è certo la SACE, qui abbiamo un'azienda con consolidata esperienza nel settore sei servizi di igiene urbana, che gestisce diversi comuni anche grandi in Campania. Occorrerebbe andare a vedere (che ne pensa sig. assessore De Rosso?) per capire sul campo con chi si ha a che fare. Ma ad oggi la situazione sembra paradossale: una ditta terza gestisce l'area di Talamonti, il comune che gestisce direttamente il capannone dell'UCAR, la SABA che avrebbe dovuto inziare la raccolta differenziata ma a nessuno è dato sapere se e quando questo succederà. Nessun provvedimento (leggasi penale) nei confronti della ditta appaltatrice, nessuna isola ecologica e non è dato sapere se mai inizieranno i lavori perrealizzarle. Gli uffici ecologia hanno richiesto da mesi di rafforzare l'organico e di utilizzare almeno una squadra fatta di agenti della polizia municipale. Silenzio assoluto. Atti, nessuno, e così si spera nella buona volontà di qualche dipendente e nel senso civico dei casertani (sig!). L'Amministrazione comunale sembra più preoccupata della sua sopravvivenza che per i problemi della città (è un caos ovunque: dal traffico, alle manutenzioni, dai dipendenti ai servizi all'utenza). Nessuno ha la percezione che esista una politica del trasporto pubblico così come dei servizi sociali o culturali. Si naviga a vista e si tira a campare. Tanto i casertani sono di bocca buona e "chi se ne frega se la città va al macero l'importante è che il salotto di casa mia stia a posto". E' la filosofia del casertano e non solo. Filosofia che oggi racoglie i suoi frutti fatti di fallimenti istituzionali e amministrativi e di una società civile che non cresce. Basti pensare all'iniziativa della raccolta differenziata avviata nella parrocchia di Madonna di Lourdes e precipitosamente e incredibilmente archiviata con un atto (di arroganza? Cecità? Stupidità?) del responsabile che rasenta l'inverosimile anche nei confronti dei padri sacramentini che, forse unici fra i cattolici casertani (insieme a pochi altri, anche non cattolici) hanno creduto in questa esperienza. E così si va avanti, si fa per dire, in questa sonnacchiosa, indifferente e cinica città dove ognuno può fare quello che vuole, dai cavaioli, alla camorra alla massoneria. In perfetto clima berlusconiano, dove lo Stato non conta e non deve contare e dove l'impunità, l'arroganza e il cinismo regnano sovrani. Con buona pace per chi si è illuso che il paese fosse ad una svolta. Non lo è. E' stata innestata la retromarcia e Caserta sia alla Provincia sia al Comune si affrettano, con successo, ad emulare il capo di un governo di pupi.
Giuseppe Messina - Legambiente
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