Da pochi giorni si è concluso il Congresso provinciale del P.R.C. napoletano.
Ho sostenuto con convinzione, oggi più che mai, il documento Acerbo. Mi sono pubblicamente dissociato, con analoga convinzione, dalle ignobili e incivili accuse mosse nei confronti di Forgione e Migliore da parte di un tizio sul blog di Ramon Mantovani.
Ciò premesso, senza alcuna forma di manicheismo e da meridionale orgoglioso, non considero “para-leghiste” alcune personali riflessioni sulle vicende che hanno caratterizzato l’intera fase congressuale.
Ho stima del riconfermato segretario Andrea Di Martino, più di quanta non ne abbiano molti suoi sostenitori. Non ho condiviso nel metodo e nel merito la proposta della sua candidatura, ho considerato molto deludente la sua relazione introduttiva, non l’ho votato. Tuttavia lo rispetto, così come rispetto l’esito del congresso, pur non condividendolo.
Ho meno stima e meno rispetto dei meccanismi e delle pratiche messe in atto per garantire tale esito.
Non scopriamo oggi le lacune del pluralismo nella nostra Federazione, potrei citare decine di casi più o meno significativi, dalla prolungata indisponibilità delle 5 mozioni da distribuire ai circoli(con la contestuale iperabbondanza delle sole sintesi del doc.2) al modo in cui è gestito il nostro sito internet provinciale ecc., ma queste sono sciocchezze, tuttavia est modus in rebus. Qualcuno un domani vorrà essere così gentile da spiegarmi come mai il sottoscritto, e non solo, per ritirare le tessere si sia dovuto recare giustamente in Federazione e pagarle giustamente alla consegna, mentre altri, molti altri hanno potuto ritirarle a margine dell’iniziativa con Vendola, o durante lo svolgimento dei congressi dei circoli limitrofi.. E sui pagamenti…lasciamo perdere.
Sarà poi una coincidenza, anche se molto curiosa, se in svariati circoli il dibattito reale si sia svolto in presenza di pochi compagni, con pochissimi interventi, e che al momento del voto i circoli si siano trasformati in seggi elettorali, anche in virtù dei famigerati nuovi iscritti, figure ormai leggendarie, che accorrono in massa per “ricostruire” il nostro partito. E lo fanno, guarda caso, votando tutti (dico tutti) per lo stesso documento . Ho fatto il relatore del doc.1 in 6 circoli, il garante in un altro circolo, ed ho direttamente assistito allo svolgimento di altri 3 congressi :in questi circoli degli oltre 100 nuovi iscritti TUTTI votano il doc. 2(tranne uno ad Arzano), nessuno si sente in dovere di intervenire al dibattito(fatta eccezione per una giovanissima e simpatica nuova iscritta di Mugnano), molti risultano accomunati dai cognomi e dagli orari di presentazione. In un circolo che non cito per pudore, rinunciammo ( tutti i relatori) addirittura alle repliche per assenza integrale di dibattito. E’ questa la sinistra di popolo su cui dovremmo puntare? Tutte coincidenze, per carità. Ma ad un veterocomunista diffidente e settario come me sfugge la motivazione politica in base alla quale tutti i nuovi sostengano coloro che avevano già predisposto lo scioglimento del partito fuori dal percorso congressuale. I campioni della partecipazione , o meglio della “suggestione” democratica, che considerano un golpe l’aver restituito la parola agli iscritti dopo i disastri che hanno combinato senza consultare nessuno, quelli dell’”andremo avanti, chi ci sta ci sta”, quelli delle 10.000 tessere dell’Arcobaleno già stampate, quelli di Franco Giordano (unico uomo nella storia repubblicana della sinistra italiana ad essere eletto Segretario fuori dal congresso).
Mi si risponde che storicamente nel nostro partito al Sud si è avuta una maggiore partecipazione, che è l’effetto Vendola. Già, perché in Puglia il P.R.C. è al 41%, così come in Calabria dove siamo così radicati da avere più iscritti che voti. Per non parlare di Napoli, la mia Napoli, dove siamo così forti che la stampa locale e non solo accusa Bassolino di essere subalterno a Rifondazione. E mi fermo con la mia ironia “para-leghista” intrisa della “cultura del sospetto”, anche perché qualcuno potrebbe dirmi che anche nei circoli x e y si sono verificate cose simili (per la serie soffermiamoci sulle eventuali pagliuzze ed ignoriamo le gigantesche travi), che il regolamento lo abbiamo voluto “noi” (che ricorda vagamente ragionamenti del tipo “in 20 mesi di governo Prodi non avete disciplinato il conflitto d’interessi, quindi è giusto che ci sia”).
Ed eccoci alla relazione di Di Martino, priva di un minimo di autocritica (tralascio per affetto le considerazioni sulle argomentazioni gastronomiche), che giustamente critica il sopracitato tizio del blog, anche in virtù di una impostazione tesa a “curare la nostra comunità”. Peccato che si dimentichi di criticare Sansonetti, che non è un tizio, bensì il direttore del giornale di tutto il partito, che in prima pagina sputa fango su tutta la nostra comunità politica, contro 4 mozioni su 5, contro la Commissione di Garanzia che rappresenta tutti…ci mancava solo che in quell’indecente editoriale si dicesse che dei giudici comunisti stanno facendo un uso politico e criminale della “giustizia” per colpire il grande leader che contestualmente dichiara : “La Cassazione è il nostro popolo” (delle libertà aggiungo io). Ancora ieri Alfonso Gianni torna parzialmente sull’argomento definendo “inammissibili”certe decisioni.
Ciò che è inammissibile è l’introduzione del principio in base al quale poiché non si condivide qualcosa, non si rispetta neanche. E allora, compagno Gianni, garante del Congresso della mia Federazione, se seguissi la vostra impostazione dovrei ritenere inammissibile e/o non rispettare l’intero congresso provinciale? Un Congresso iniziato il 6 Giugno, mentre sui giornali già si annunciava lo stesso giorno( sic!) chi doveva essere il segretario ? Io sono estraneo, per formazione, ad una impostazione di tipo scandalistica, e non voglio cavalcare la polemica relativa al “partito degli STAFFISTI”, ma non si può negare che una quota rilevante della platea dei delegati era ed è in totale CONFLITTO D’INTERESSI (sono disposto a fare nomi e cognomi se qualcuno volesse provare a smentirmi). E mi fermo qui.
E’ altresì “inammissibile” la degenerazione e il degrado a cui si assiste anche nel nostro partito da qualche anno a questa parte, all’introduzione di logiche e pratiche, diciamocela tutta, CLIENTELARI. E’ poi fisiologico che il confronto si sposti dal terreno politico alla difesa di ALTRO, fino a giungere non solo ad alimentare il mercato delle tessere, ma anche l’inedito MERCATO delle DELEGHE (sapete bene di cosa parlo). Con buona pace del DISINTERESSE e della DIVERSITA’ berlingueriana, che dovrebbe contraddistinguere il nostro agire politico. Se a ciò si aggiunge il dilagare del carrierismo, del verticismo, dell’assessorismo e la nuova generazione dei giovani “galoppini”, il quadro diviene inquietante, soprattutto alla luce della sempre più marcata tendenza alla concentrazione degli incarichi e delle deleghe( qualcuno, forse intenzionato a sfidare il Saddam dei tempi d’oro, è contemporaneamente Sindaco, consigliere provinciale, membro del cpf, delegato al congresso regionale, delegato al congresso nazionale….indovinate per chi ha votato?).
Ma di questo i nostri grandi dirigenti, compreso qualche campione nostrano della “questione morale”, non si scandalizzano. Alcuni di loro, probabilmente distratti dall’obiettivo dichiarato di “eliminare” un “cattivo” compagno di mozione, non si degnano di stigmatizzare il malcostume imperante, o di dissociarsi dall’inqualificabile decisione di votarsi a maggioranza il Presidente del Collegio di Garanzia, o di non votare contro l’Odg che proponeva una maggioranza qualificata per disporre del simbolo e del patrimonio ( già, il patrimonio..e in ogni caso complimenti ai giovani vendoliani per lo spirito critico e per la capacità di sapersi indignare quando si supera ogni limite). Così come tuttora non si comprende il rifiuto relativo al differimento dell’elezione del segretario al dopo Chianciano ( come sta accadendo in diverse federazioni). Si sarebbe evitata una irresponsabile spaccatura, votando alle 23.30 (molti di noi erano lì dalle 09.30 ), senza verificare la presenza del numero legale , racimolando solo 59 voti, cioè 3 voti sotto la soglia del numero legale garantito solo dalla presenza dei compagni dei doc. 3 e 4.
Tutto ciò per “portare a casa” il risultato ad ogni costo. Io invece mi sono portato a casa una profonda delusione, ma rispetterò questo segretariato. Rispetterò pur non condividendo. Rispetterò pur contrastando. Perché questa è la mia umile cultura politica, quella di chi considera la propria Cassazione il Partito, il suo Statuto, i propri organismi dirigenti (più o meno graditi).
Resta il rammarico nel constatare che 14 anni fa mi sono iscritto ad un Partito che aveva e che dovrebbe avere l’ambizione di trasformare la società, e che, giorno dopo giorno, specie nelle nostre zone, è stato in parte “TRASFORMATO” dalla società, e , per dirla tutta, dalle dinamiche peggiori della società.
P. S. Il circolo di cui faccio parte , Frattaminore, pur avendo un direttivo uscente integralmente schierato con il doc. 1 , non ha tesserato alcun nuovo iscritto, neanche un familiare alla lontana, né altri. Il nostro congresso si è svolto in data 27-06-2008, per consentire all’unico compagno che votava il doc. 2 ( che lavora a Cassino) di essere presente, sacrificando la presenza di 3 compagni che avrebbero votato il doc.1.
P.P.S. Il sottoscritto avrebbe avuto tutto l’interesse ( chi mi conosce sa di cosa parlo) a praticare il cuius regio, eius religio. Ma sarebbe stato incompatibile non con lo Statuto, ma con l’etica di chi non si vergogna di essere un comunista.
Nessun commento:
Posta un commento