movimentazione / il dibattito

lunedì 11 agosto 2008

Liberazione e Rifondazione

di Antonio Casolaro

Mi sembra che il gelo già esistente tra Ferrero e Sansonetti, nell’assemblea della redazione di Liberazione,tenutasi ieri mattina a via del Policlinico non si sia sciolto e che ognuno abbia ribadito le proprie posizioni(cfr l’articolo sul Corriere della Sera di oggi 07 agosto 2008 firmato Andrea Garibaldi).

Liberazione quindi continua ad andare avanti per la sua strada ed a produrre articoli rivolti a picconare quello che resta delle cd “verità consolidate” dei tempi del socialismo reale. Fin qui si potrebbe pure convenire con la redazione del giornale, dal momento che il movimento operaio in urss, nei satelliti ad essa collegati fin quando sono esistiti ed in Cina oggi, la libertà non la conobbe mai.

Spiace tuttavia constatare “le dimenticanze” di non poco conto, riguardanti numerosi comunisti che fin dalla rivoluzione del ’17, individuando il processo degenerativo dell’ottobre, si opposero alla conclusione anzitempo della liberazione proletaria. Già Bordiga, per esempio allorquando affrontò il problema Russia denunciò fin dall’inizio degli anni ’20 il carattere antiproletario dello stalinismo fino al punto che nel 1951, dopo essere stato espulso dal Pci stalinista del 1930, disse che "Mentre il bonapartismo del grande Napoleone era sulla più alta cresta di un'ondata rivoluzionaria, ed era allora la più ardente punta della storia europea, questo russo di oggi è la retroguardia di un esercito non vinto, ma che marcia tuttavia con le spalle rivolte al fronte. Ma se le controrivoluzioni del secolo scorso insegnarono quanto è consegnato nella storia della Comune, e della rivoluzione soviettista, questa controrivoluzione di oggi non potrà nemmeno essa passare invano; e se avrà portato il capitalismo verso gli Urali e verso i mari del Levante, anche questo segnerà la strada per la rivoluzione proletaria, che batterà dall'Atlantico al Pacifico le forze mostruose del Capitale". Così come il comunismo libertario e le sue pratiche rivoluzionarie prodotte durante la guerra civile spagnola del 1936/39 e poi Bandiera Rossa tra le fila della resistenza fino a tutti i gruppi e collettivi che non accettarono mai il compromesso con il capitale del pci togliattiano e dei suoi discepoli.

L’opera di Sansonetti a parer mio non ha prodotto quella chiarezza che il m.o aveva bisogno eccome, dal momento che era stato ottenebrato dalle false verità degli apparati dei partiti comunista d’impronta terzinternazionalista, ma ha contribuito a chiudere in modo repentino e senza critica settantanni e più di storia dell’umanità, consegnandolo pari, pari nelle mani del capitalismo. Per esempio gli articoli su Cuba una cosa è che la critica sia scritta e prodotta (a cominciare dal Che) dai comunisti, i quali nell’individuare e nel descrivere gli errori di Fidel Castro, senza indulgere in buonismo di sorta, terranno presente quello che ha fatto e continua a fare l’imperialismo usa nei confronti del paese caraibico, dividendo e distribuendo le responsabilità così come sono sorte e così come sono state prodotte, un’altra cosa è liquidare una esperienza di liberazione, specialmente nel contesto del centro e del sudamerica, la quale pur in presenza di un blocco dissanguante è riuscita ad essere un paese molto, ma molto più avanzato di quelli a cd democrazia occidentale.

Howard Zinn, considerato il più importante storico radicale statunitense, presentando il suo più importante libro forse: “Storia del popolo americano dal 1492 a oggi” ebbe a dire che “ La storia di qualunque paese nasconde la realtà di feroci conflitti di interesse tra vincitori e vinti, padroni e schiavi, capitalisti e lavoratori. E in questo mondi di vittime e carnefici le teste pensanti hanno il dovere di non stare dalla parte dei carnefici”. Certo il direttore di Liberazione potrebbe saltare dalla sedia sentendosi accomunato ai carnefici e certamente non è così, tuttavia i suoi articoli andrebbero spiegati e connessi con dovizia di riferimenti e di particolari storici alle violenze del capitalismo e dell’imperialismo di tutti i paesi occidentali compreso l’Italia.

Stamani 07 agosto il direttore del giornale si è cimentato in un’altra “provocazione” con un articolo di spalla intitolato: “Boicottare la Cina non è di destra”. Ritengo che vi sia una sorta di “coda di paglia” in Sansonetti nell’intestare l’articolo così come lo ha fatto lui. Gli risulta per esempio se qualche governo o organizzazione di dx abbia boicottato le navi cilene durante la dittatura di pinochet o di quella dei colonnelli greci o del sud africa dell’appartheid o dei generali argentini o degli Usa durante la guerra in Vietnam o in Cambogia o nell’invasione di Panama, di Granada, del Salvador, del Nicaragua, delle Filippine e così via ? C’è tanta ipocrisia in questo tentativo di boicottaggio. Gli operai e le operaie, i contadini e le contadine cinesi potrebbero effettivamente ricevere un segno di fratellanza proletaria attraverso per esempio il boicottaggio da parte dei portuali e non solo italiani delle navi cointeners cinesi nei porti italiani. Andatelo a dire a Gasparri e alla giovane ministra che chiede anch’essa il boicottaggio dei giochi e vedete che vi rispondono. La Cina è una società autoritaria, violenta che estorce a piene mani plus valore dal proletariato indigeno, accumula profitti, apre il suo enorme mercato all’occidente e l’occidente fa a gara per conquistare quel mercato. Quale partito comunista può identificarsi con quello cinese ? Nessuno. Sul Tibet andrebbe detto più di quanto fino ad ora è stato detto. Un Tibet “liberato” sarebbe il giorno dopo facile preda dell’imperialismo Usa. La Cina attuale non consentirà mai che ciò avvenga, dal momento che non potrebbe accettare la presenza di missili puntati contro il proprio territorio a pochi Km.dalle sue frontiere.

Cmq al di là dell’evoluzione che assumeranno i rapporti tra Rifondazione ed il giornale mi basterebbe che prima che andasse in edicola qualche correttore di bozze o un lettore meno stanco intervenisse per correggere gli errori più vistosi come quello di stamattina che nell’articolo riguardante la manovra finanziaria (pag.6) titola “Tremonti si gode la manovra e annuncia 200 mila nuove case” cosa non vera perché sul modello del “social housing” gli alloggi saranno solo ventimila.


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